Riuscire ad avviare o a mantenere un'attività agricola non è affatto semplice al giorno d'oggi, soprattutto se quest'ultima si trova all'interno del territorio italiano. Gli agricoltori del Bel Paese, infatti, si trovano odiernamente a dover “combattere” contro molteplici fenomeni, “figli” della globalizzazione e del libero mercato, contro i quali le vecchie generazioni non hanno mai (per loro fortuna) avuto a che fare.
La problematica di maggior rilevanza è senza dubbio rappresentata dai prezzi, vero e proprio “cancro” dell'agricoltura italiana. Essi risultano sempre più sconvenienti e mutevoli e hanno portato, come diretta conseguenza, all'apertura del mercato nazionale verso la concorrenza estera di Paesi esportatori come India, Cina, Ucraina e Canada, i quali introducono nella nostra penisola materie prime scadenti a prezzi di gran lunga inferiori rispetto alla media, monopolizzando così le relazioni di mercato con gli attori della GDO, sempre meno orientati alla protezione del “Made in Italy” e sempre più interessati a maggiori guadagni.
Insieme ai prezzi, anche le abitudini alimentari e lo stile di vita dei consumatori hanno subito un grave cambiamento. La maggior parte delle persone infatti, in quanto costretta a convivere con i ritmi frenetici imposti dall'era moderna, preferisce cibi già trasformati e ad alto contenuto di servizio (sughi pronti, risotti liofilizzati, pasta precotta ecc.) agli alimenti genuini e di qualità prodotti dai nostri agricoltori e, come se non bastasse, il mutamento delle relazioni sociali ha fatto sì che i giovani d'oggi siano sempre meno interessati al mondo agricolo e sempre più improntati a fornire manodopera agli altri settori, favorendo così l'abbandono delle comunità rurali in favore dei grandi centri industriali.
Cosa fare per evitare la morte del settore primario in Italia? Come si può sensibilizzare un mondo sempre più “Global” alla preservazione del “Made in Italy”? Come si può riavvicinare il cittadino italiano al mondo rurale, massima espressione della tradizione nazionale? La risposta sta in una sola sola parola: multifunzionalità.
Grazie a questo studio scopriremo come, per mezzo dell'integrazione di pratiche multifunzionali rivolte al turismo, l'imprenditore agricolo può rendersi protagonista del rilancio del settore primario e della ruralità, evolvendosi da semplice produttore di cibo a vero e proprio promotore della tradizione e del territorio.
La tesi si articola in tre capitoli: nel primo capitolo viene definito il concetto di azienda agricola multifunzionale, attraverso un'analisi dettagliata delle motivazioni e delle opportunità che hanno contribuito alla nascita di questo rivoluzionario modello d'impresa. Nel secondo capitolo vengono approfondite le cause e i fenomeni che hanno portato a identificare, nella fusione tra turismo e agricoltura, la migliore occasione per valorizzare il territorio rurale e le sue tradizioni, rispondendo allo stesso tempo alla nuova domanda avanzata dal turismo esperienziale. Nel terzo capitolo, infine, ci si occupa dell'approfondimento delle principali tecniche di marketing ed e-marketing che l'imprenditore agricolo (o chi per lui) è tenuto a seguire per incrementare le possibilità di successo della sua attività.
