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Il ruolo dell'agricoltura multifunzionale per lo sviluppo turistico delle aree rurali

Il ruolo dell'agricoltura multifunzionale per lo sviluppo turistico delle aree rurali
di Christian Deidda

Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali: Storia, Culture, Lingue, Letterature, Arti, Media
Corso di Laurea: Lingue e Culture Straniere
Relatore: Chiar.mo Prof. Mauro Dini
Anno Accademico 2017 -2018

1.1 - Il concetto di azienda agricola multifunzionale: fattori determinanti, obiettivi e nuovi approcci dell'agricoltura 2.0

Nel definire il concetto di agricoltura multifunzionale, l'OCSE (Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica), si è espressa nei seguenti termini: “Oltre alla sua funzione primaria di produrre cibo e fibre, l’agricoltura può anche disegnare il paesaggio, proteggere l’ambiente e il territorio e conservare la biodiversità, gestire in maniera sostenibile le risorse, contribuire alla sopravvivenza socioeconomica delle aree rurali, garantire la sicurezza alimentare. Quando l’agricoltura aggiunge al suo ruolo primario una o più di queste funzioni può essere definita multifunzionale.”(OCSE – 2001).
La nozione di “azienda agricola multifunzionale” fu introdotta al pubblico per la prima volta durante l'Earth Summit di Rio del 1992. Essa venne presentata come un modello di “sviluppo sostenibile” per il settore primario, il quale attraversava una situazione di grande difficoltà nel trovare una collocazione nel sistema economico mondiale. Pochi anni dopo, tale concezione dell'agricoltura fu legittimata anche livello europeo, con il dibattito nato attorno ad Agenda 20001 , il quale comprendeva un pacchetto di riforme della PAC (Politica Agricola Comune) attuato con lo scopo di potenziare il potere negoziale della comunità europea nei confronti dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) (Henke e Salvioni, 2008).
Le cause che spinsero i governi europei a ricercare un modello alternativo a quello “classico” di agricoltura monofunzionale (forma di agricoltura specializzata unicamente sulla produzione di prodotti agricoli venduti sotto forma di materia prima indifferenziata sul mercato) sono riassumibili in due motivazioni principali: da una parte la necessità di far fronte alla competitività sempre maggiore dei prezzi dei prodotti agricoli esportati dai Paesi extra-europei e dell'est Europa, dall'altra il bisogno di attuare un riposizionamento strategico delle attività con lo scopo di soddisfare i cambiamenti della domanda dei consumatori, sempre più sensibili alla qualità degli alimenti, ai metodi di produzione, all'impatto ambientale e alla provenienza territoriale.
In quale modo l'agricoltura multifunzionale può esercitare un ruolo determinante nella risoluzione delle suddette problematiche?
Rifacendoci alla definizione dell'OCSE, fornita ad inizio paragrafo, è facile intuire che, attualmente, il settore agricolo è in grado di svolgere una serie di funzioni utili non solo all'imprenditore, ma all'intera società, sia a livello economico che sociale. Nello specifico, attraverso l'utilizzo di pratiche multifunzionali, secondo Belletti il settore primario può:

  • Tutelare la crescita del sistema socio-economico delle aree rurali, garantendo la vitalità e la qualità della vita dei residenti, con particolare riferimento alle aree emarginate e penalizzate, le quali vessano in un costante rischio di erosione economica, sociale e culturale.
  • Contribuire alla salvaguardia della sicurezza alimentare, assicurando la presenza sul mercato di prodotti salutari e sicuri dal punto di vista igienicosanitario.
  • Garantire la qualità e la varietà delle produzioni alimentari, agendo contro la standardizzazione degli alimenti imposta dall'industrializzazione, dalla globalizzazione delle pratiche produttive e dei modelli di consumo.
  • Vigilare sulla tutela delle risorse ambientali contribuendo alla riduzione dell'impatto ambientale e climatico, tutelando le risorse idrogeologiche e preservando la biodiversità.
  • Tramandare e preservare l'ambiente antropico rurale, proteggendo le culture locali e contadine, le tradizioni e l'enogastronomia tipica.
  • Offrire servizi ricreativi, rendendo fruibili e attraenti le aree rurali nei agli occhi dei cittadini.

Le funzioni appena elencate fino all'inizio degli anni '90 non erano oggetto di una domanda esplicita da parte dei consumatori ma, al contrario, venivano ritenute “scarse” e poco accattivanti, determinando come diretta conseguenza la mancanza di un supporto tangibile sia da parte della politica che dagli stessi imprenditori agricoli. La presa di coscienza dell'utilità della multifunzionalità, avvertita solo negli ultimi anni, ha invertito totalmente il trend, rendendo tale concetto l'elemento “principe” delle nuove normative, sia a livello settoriale che territoriale, determinando, come effetto diretto, l' appoggio totale delle società moderne nei confronti delle politiche agricole per lo sviluppo rurale (Belletti e Marescotti, n.d.).
L'assunzione di un ruolo rilevante da parte della multifunzionalità nel settore agricolo e nelle politiche a esso riferite, ha comportato ingenti cambiamenti nel corso dell'ultimo trentennio all'interno di tale ambito settoriale, determinando il passaggio da un approccio produttivistico (basato sulle economie di scala e sulla specializzazione) a un approccio “sensibile” alla sostenibilità economica, sociale ed ambientale della produzione, denominato approccio post-produttivistico (Henke e Salvioni, 2008).
Le aziende agricole che vogliono cimentarsi in tale approccio devono adottare, attraverso un metodo operativo, delle pratiche a carattere multifunzionale nuove e non convenzionali, riassumibili nel modello del “Triangolo del valore dell'agricoltura moderna”, elaborato da Van der Ploeg e Roep nel “Progetto IMPACT” del 2003. Il modello appena citato individua tre modalità attraverso le quali l'azienda agricola può implementare al suo interno un approccio post-produttivistico per mezzo di pratiche multifunzionali: deepening (approfondimento), broadening (allargamento) e regrounding (ricollocazione esterna).
Di seguito verranno analizzate nel dettaglio le tre strategie in questione (Finocchio, 2008):

  • Deepening (approfondimento, intensificazione) → l’azienda agricola promuove e differenzia il suo potenziale produttivo virando sulla coltivazione di beni agricoli con caratteristiche diverse da quelli convenzionali. All'interno di questo raggruppamento possono essere identificate differenti tipologie di attività, fra cui prodotti con certificazioni e denominazioni d’origine controllata o prodotti biologici, ma anche produzioni di tipologie alternative di beni (es. frutti particolari, fiori, nuove varietà, ecc). Il deepening spesso si identifica anche nella trasformazione del prodotto all’interno della stessa impresa agricola (carne, latte, miele, vino, marmellata ecc.) che nella maggior parte dei casi si associa alla vendita diretta in azienda (filiera corta). Una volta definito questo aspetto, è evidente che sono forme di deepening tutte le tipologie di commercializzazione del prodotto, incluse la vendita in internet, le farmshops, la vendita di animali presso l’azienda, il coinvolgimento dei consumatori nelle attività che contraddistinguono l'azienda, come ad esempio la raccolta di prodotti (pick it yourself).
  • Broadening (allargamento, espansione) → Si riferisce allo sviluppo di attività produttive e di servizio di tipo no-food, aventi come obiettivo quello di rispondere alla nuova domanda di mercato e a fornire servizi utili alla collettività. Il ventaglio di attività che producono reddito all'interno dell'azienda agricola viene per l'appunto ampliato, da cui l'appellativo “broadening”. Un esempio tipico di broadening è l’agriturismo: oltre all’attività agrituristica in senso stretto (ospitalità e ristorazione), gli ultimi anni hanno visto ad essa correlato un ampio numero di attività (fattorie didattiche, aziende museo, laboratori artistici, pet-terapy ecc.). Sono definite attività di broadening anche le attività connesse alla cura e alla gestione della natura e del paesaggio (attività di cura e gestione del verde pubblico e privato, prevenzione incendi e cura delle foreste, lavori socialmente utili come la potatura degli alberi a ridosso delle strade ecc.)
  • Regrounding (ricollocazione esterna) → Riguarda tutte le attività non classificate come “agricole”, ma che vengono comunque integrate in modo complementare con queste ultime in ambito rurale. Lo scopo principale del regrounding è quello di fornire occasioni di reddito integrativo all’agricoltore e alla famiglia agricola. Sono attività di regrounding, ad esempio, tutte le attività connesse al miglioramento della qualità della vita e all’integrazione rurale come laboratori artigianali e artistici, negozi rurali o attività che vengono svolte in azienda indipendentemente dall’attività agricola (es.visione di un film in vigna).
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