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Xenía – Ospitalità e sostenibilità in Italia

Xenía – Ospitalità e sostenibilità in Italia
di Carlo Piccillo

Università Telematica eCampus
Master Universitario Annuale di I Livello
Master in Discipline Geografiche per l'Insegnamento negli Istituti Secondari di I e II Grado
Relatrice: Prof.ssa Sandra Ciarcianelli
Anno Accademico 2019-2020

2.2 - Gli agriturismi

In Italia, gli esercizi ricettivi sono principalmente ripartiti tra:

  • Esercizi alberghieri, classificati in cinque categorie contrassegnate da stelle in ordine decrescente, e residenze turistico-alberghiere;
  • Esercizi extralberghieri: campeggi, villaggi turistici, alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, ostelli per la gioventù, case per ferie, rifugi di montagna, bed & breakfast, e agriturismi.

Sul piano dell’ospitalità sostenibile, data la loro natura ecologica, gli agriturismi hanno una posizione di rilievo, poiché sono una forma di turismo dove il viaggiatore è ospitato presso un’azienda agricola. Giuridicamente riconosciuto in Italia per la prima volta nel 1985, tra i servizi che costituiscono tale attività c’è l’allestimento di alloggi per il soggiorno, la somministrazione di pasti e bevande, in parte costituite da prodotti propri, l’allestimento di aree attrezzate per il campeggio, e l’organizzazione di attività ricreative, sportive, culturali e didattiche.

L’agriturismo si può definire come identitario: più di ogni altra attività turistica, è fondato sulle caratteristiche peculiari di ogni territorio, sul patrimonio culturale e naturale, quindi su usi e costumi, sul paesaggio e sull’architettura, e naturalmente sulle attività agricole e zootecniche. Dato che l’agriturismo ha queste caratteristiche, si è potuto sviluppare preservando la sua originalità, un capitale da conservare e valorizzare. Tuttavia, un’analisi del Rapporto 2019 della Rete Rurale Nazionale mostra quanto questa prosperità sia oggi messa in discussione da un mercato sempre più concorrenziale e agguerrito, soprattutto caratterizzato da un’informazione spesso rapida e superficiale, all’interno della quale l’agriturismo manifesta grandi difficoltà a operare. Questa impresa richiede tempo per risultati di qualità.

Perciò, oggi, il rischio che un agriturismo potrebbe correre, è di preservare un’immagine a discapito dell’identità. Ciò ha già comportato nuovi termini normativi, da parte delle amministrazioni regionali. Infatti, alcune tra queste hanno scelto di regolare rigidamente, almeno per quanto riguarda il lato ristorativo, la provenienza dei prodotti e delle materie prime, alla base per la somministrazione dei pasti. Nonostante gli alti costi e la maggiore complessità dell’attività, dopo anni, il settore della ristorazione agrituristica sembra oggi in fase di stasi, ma non di particolare regressione, e appare comunque reggere alla concorrenza. Al tempo stesso, le forme più leggere e veloci di ristorazione, come le degustazioni, hanno riscontrato una crescita vivace.

Infatti, tra le attività agrituristiche in aumento sono da segnalare le aziende che propongono la degustazione (tra il 2007 e il 2018 sono cresciute del 61,3%). Nel 2018 sono 5.199 quelle autorizzate alla degustazione, pari al 22% del loro nel complesso (con una crescita del 7,2% sul 2017). Oltre il 70% di questi agriturismi si colloca nel centronord. Le degustazioni hanno riscosso successo, tanto da poter essere meta ambita anche da turisti internazionali.

Nel complesso, l’agriturismo italiano appare come un settore in forte crescita, gradito anche fuori dal Paese. Questo consenso emerge dalla valutazione degli ospiti, paragonata con la qualità dei vari servizi offerti. Principalmente, i punti di forza sono l’arte culinaria, gli usi e costumi, la vicinanza a città d’arte, e la confortevolezza degli alloggi, che possono essere assimilati a quattro aree: eno-gastronomia, ambiente naturale e culturale, accoglienza, e salute e benessere. In sostanza, l’impronta identitaria dell’agriturismo si caratterizza per un’immagine ecologica, e questo si deve anche alla crescita di quelle attività che hanno a che fare con la sostenibilità e con la fruizione degli spazi aperti.

L’agricoltura stessa è al centro di importanti cambiamenti che stanno modificando il tessuto socio-economico delle aree rurali, riporta l’ISTAT, e uno dei motori di tale cambiamento è rappresentato dal settore agrituristico che innesta una nuova modalità imprenditoriale su quelle tradizionali, più sensibili alla domanda di servizi e attenta alla tutela ambientale. La centralità di questo settore emerge dalle tendenze di medio/lungo periodo; tra il 2007 e il 2018 la crescita delle aziende agrituristiche è stata superiore al 33%, con un saldo attivo di 5.895 aziende. A livello territoriale tale andamento interessa soprattutto le aree del nord-ovest (+56,3%) e le isole (+34,9%), mentre al nord-est il tasso di crescita è più contenuto (+25,7%).

L’agriturismo continua ad essere in fase di espansione, sia dal lato dell’offerta, sia dal lato della domanda. In termini di presenze turistiche, sono oltre 13,4 milioni i pernottamenti (il 59% stranieri) nel 2018, che contribuiscono per il 3,1% alla composizione delle presenze complessive del turismo italiano (429 milioni di notti) e per il 9% del turismo extra-alberghiero (149 milioni di notti).

Inoltre, dato che il turismo è anche una forma di apprendimento, l’agriturismo può integrare una fattoria didattica. Con questa, intesa come un’attività agricola, con la quale i proprietari si dedicano all’accoglienza di bambini e ragazzi che, sotto la guida di accompagnatori, sviluppano conoscenze sull’ambiente rurale (piante, animali, usi e costumi), si può fare esperienza di attività tipiche e di mestieri locali. Le fattorie didattiche sono come un collegamento tra il mondo urbano e quello rurale.

Fra il 2010 e il 2018, l’incidenza dell’attività di fattoria didattica sul totale degli agriturismi è cresciuta, passando dal 3,8% del 2010 al 6,4% del 2018. Nello stesso periodo, queste sono poco più che raddoppiate (+101,6%) mentre il numero delle aziende agrituristiche nel complesso è cresciuto del 18,2%. Inoltre, gli agriturismi con fattorie didattiche sono un settore gestito prevalentemente da giovani e, in particolare, da donne. Rispetto al 2011, quelli a gestione femminile sono aumentati del 40%, mentre per quelli gestiti da maschi, l’incremento è stato del 31%.

Soprattutto data la crescita della domanda proveniente dalle scuole, lo sviluppo della fattoria didattica è già stato, negli ultimi anni, rilevante, ed è opportuno sottolineare come questo tipo di attività sia oggi in continuo progresso. La domanda è in aumento, oltretutto dato l’interesse di famiglie con bambini, di gruppi di adulti e di terza età, di gruppi aziendali, di associazioni del settore agricolo ed eno-gastronomico, e di associazioni di ragazzi.

Infine, anche l’agriturismo si presenta come una soluzione valida per un passaggio verso un’economia più sensibile agli aspetti naturali e culturali dei luoghi in cui sono ubicati. Promuovere e fruire di questo tipo di turismo significa realizzare una resilienza sociale.

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