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Il ruolo dell'agricoltura multifunzionale per lo sviluppo turistico delle aree rurali

Il ruolo dell'agricoltura multifunzionale per lo sviluppo turistico delle aree rurali
di Christian Deidda

Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali: Storia, Culture, Lingue, Letterature, Arti, Media
Corso di Laurea: Lingue e Culture Straniere
Relatore: Chiar.mo Prof. Mauro Dini
Anno Accademico 2017 -2018

1.2 - Settori e livelli dell'agricoltura multifunzionale

Dal momento che l'applicazione di pratiche multifunzionali permette all'azienda agricola un'illimitata serie di possibilità d'espansione del proprio business, si è rivelata la necessità di individuare dei settori propri della multifunzionalità, con lo scopo di semplificare l'apprendimento da parte degli agricoltori e dei loro stakeholders di un concetto talmente ampio che tutt'ora gode di una buona dose di vaghezza e “soggettività” nelle definizioni ricorrenti e nei linguaggi utilizzati nei riferimenti della letteratura (Henke e Salvioni, 2008).
I criteri individuati per la settorializzazione della multifunzionalità non si riferiscono, come si potrebbe pensare, all'approccio prescelto dall'imprenditore agricolo per l'implementazione della stessa in azienda (deepening, broadening, regrounding), ovvero alle mansioni svolte e ai servizi offerti dall'impresa agricola multifunzionale al singolo consumatore ma, piuttosto, prendono in considerazione i benefici che l'azienda agricola, attraverso l'utilizzo di pratiche multifunzionali, è in grado di fornire all'intera comunità.
I settori della multifunzionalità sono quattro e vengono definiti nel modo seguente (Bigaran, 2016):

  • Settore verde: attività atte alla gestione e alla manutenzione del territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico e naturalistico, alla conservazione della biodiversità ed alla gestione sostenibile delle risorse.
  • Settore blu: attività che prevedono la gestione delle acque superficiali, la tutela della acque di falda, l’utilizzo dell’acqua come fonte di energia.
  • Settore giallo: attività che si pongono come obiettivo la creazione di coesione e vitalità nelle comunità rurali, preservandone l’identità culturale e storica e favorendone lo sviluppo socioeconomico.
  • Settore bianco: attività il quale scopo è quello di garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti da esse prodotti e commercializzati.

Una chiave di lettura differente per la classificazione della multifunzionalità in agricoltura è stata offerta da Wilson (2008). Secondo questo autore si possono distinguere tre differenti tipologie di multifunzionalità, individuate in base al livello di profondità dell'implementazione di attività multifunzionali all'interno dell'azienda agricola e alla consapevolezza che l'imprenditore agricolo possiede riguardo al ruolo che le suddette pratiche possono svolgere all'interno della comunità. I livelli individuati da Wilson si suddividono in debole, medio e forte:

  • Livello debole: l'imprenditore agricolo mette in pratica la concezione più “classica” di multifunzionalità, ovvero la produzione congiunta di beni (es. produzione di frumento sia per vendita sul mercato che per l'alimentazione del bestiame). Nella maggior parte dei casi, il proprietario dell'attività agricola è inconsapevole delle pratiche multifunzionali da lui messe in atto, in quanto l'obiettivo principale di quest'ultimo non è tanto quello di riorganizzare i fattori produttivi della propria impresa orientandoli verso la multifunzionalità ma, piuttosto, egli mira al mantenimento della vitalità della propria impresa, praticando azioni di diversificazione atte al risparmio.
  • Livello medio: l'imprenditore agricolo riorganizza intenzionalmente i fattori produttivi della propria azienda, con lo scopo di accrescere il reddito da essa prodotto (es. apertura di un agriturismo attraverso il recupero di un rudere).
  • Livello forte: oltre a riorganizzare profondamente le risorse aziendali in base a un'ottica multifunzionale, il proprietario dell'impresa agricola si “immerge” in un processo di trasformazione socio/culturale, prendendo coscienza del ruolo che l'attività economica da lui messa in atto può svolgere all'interno della società, attraverso un contributo attivo sia a livello ambientale che sociale. Gli imprenditori agricoli che hanno raggiunto questo grado di consapevolezza, tendono a mostrare un forte legame con le comunità locali, il quale si manifesta attraverso la partecipazione attiva di questi ultimi nel supporto agli enti e alle istituzioni territoriali nelle attività riguardanti la tutela ambientale e la preservazione della tradizionalità

(Henke e Salvioni, 2008).

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